La famiglia Grondona si allarga, di quante generazioni parliamo ora?
Oggi con Francesco, Andrea e Massimiliano, tutti e tre in azienda, siamo alla sesta generazione. La società venne fondata da Giuseppe Grondona agli inizi dell'Ottocento, a metà del secolo il fondatore veniva citato come "fabbricante vermicellaio (NdR pastificio dei giorni nostri) dal 1820". Negli anni a seguire si sviluppò il mulino di famiglia e venne affinato il trattamento del lievito madre. Il quaderno di appunti dell'epoca incomincia con “dopo innumerevoli prove ritengo di aver trovato il miglior procedimento possibile”. Successivamente l'azienda si specializzò anche nella produzione dei dolci genovesi.
Dopo il lockdown il mercato dei prodotti da forno come sta reagendo?
I consumatori sono diventati ancora più esigenti e i consumi in casa sono aumentati. Noi siamo estremamente fiduciosi, la vendita on-line è diventata la normalità per moltissimi utenti. Per un’azienda di nicchia come la nostra, non distribuita a tappeto sul territorio nazionale, è un'occasione importante.
Guardiamo al lato dolce del finale d'anno: quali novità state preparando per il prossimo Natale?
Quest'anno celebriamo i nostri primi 200 anni di attività e vogliamo festeggiare con una scatola dedicata all’ultimo prodotto commercializzato: il bacio di dama. In più proponiamo il tipico pandolce “Antica Genova” reinterpretato con olio extravergine d’oliva al posto del burro.
Come usate l'analisi sensoriale in azienda?
E' di grande utilità. Non soltanto ci ha fornito un metodo per descrivere il nostro prodotto, ma abbiamo anche avuto una conferma oggettiva sulla percezione della nostra qualità rispetto ai concorrenti. Per noi è stata importante anche per sondare il giudizio dei nostri clienti, che ci forniscono dettagli estremamente rilevanti.
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